- ' OVVIO e più che altro risaputo che non è stato il primo politico con un'alta carica a fare cose simili. L'immaginario pubblico è portato tuttavia ad associare questi appuntamenti mondani ad un'agenda sociale in cui si rinnovano o si attuano patti o affari, ma tra i politici e i genitori dei festeggiati.
- Il giorno dopo il fatto tutta la stampa ne è immediatamente informata. Il che significa che la cosa è stata o pilotata o che è sfuggita al serrato controllo dei collaboratori del premier a causa della sua incontinente vanità esibizionistica. Una giornalista di Repubblica ieri ha rivelato infatti che molto stranamente per le abitudini del Premier questa visita a Napoli è stata organizzata in fretta e furia e solo due testate sono state accreditate tra cui "La Repubblica". Ora io non so se un giornalista terminata la CS non abbia altro da fare che seguire o fare seguire il corteo di vetture di un personaggio politico. :)) Ne deduco quindi che questa cosa sia stata "a rumour" fatto circolare ad hoc.
- Ma qui la domanda del titolo "cui prodest hoc bellum?". La domanda non è peregrina a mia parere. Lui ne ha pagato le conseguenze a livello privato rischiando uno scandalo che i media infatti stanno sedando lentamente. L'opposizione, a parte qualche considerazione iniziale, si è subito e giustamente ritirata dal chiasso mediatico perché avrebbe rischiato di essere accusata di essere arrivata veramente alla frutta qualora si fosse servita di questi mezzucci per provocare una crisi nazionale. E poi non avrebbero saputo sostenerla. Infatti le dichiarazioni sono a favore di una dovuta strategia della distanza.
La domanda non ha nulla a che fare con il fatterello in sé ma con le sue implicazioni morali, istituzionali, ha a che fare con il sospetto delle accuse ventilate su una carica che rappresenta il nostro paese in tutto il mondo.
Ha a che fare con il sospetto di un innalzamento del livello di megalomania dell'uomo che veste la carica in Italia e nel mondo.
Ha a che fare con l'adulterazione del tasso semantico popolare che genera senso rispetto ai limiti di ciò che è consentito e no.
Io dichiaro pubblicamente il mio stato di allarme per questa condizione di orgia conclamata e invito tutte le persone di buon senso ad intervenire costruttivamente per capire cosa possiamo ancora fare civilmente per debellare questo virus sociale. Grazie
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