mercoledì 30 luglio 2008

Sono appena tornato dal cinema dove ho visto un film che vi invito a vedere, dove non so, dato che anch'io ho avuto l'opportunità e la fortuna di apprezzarlo grazie alle scelte di Peppe Borrone che per l'estate 2008 ha predisposto una rassegna cinematografica alla "Perla di Agnano decisamente ambiziosa, ma per questo stimolante.



Il film di cui voglio parlarvi è una produzione franco/istraeliana, si intitola  "La Banda" ed è stato diretto di Eran Kolirin.



Questo il mio commento alla pellicola.



Una Banda di poliziotti egiziani capitanata da Un Generale della Polizia.



Come dire, Je suis l'Art de l'Egypte; ma il destino tira un scherzetto al composito settetto che per colpa di una B confonde la destinazione e ripara ignaro nel deserto di una cittadina israeliana.



La Notte non aiuterà a dissolvere i dubbi, le angosce e la resistenza di un altro manipolo di folli scellerati piegati dall'inedia del vivere, ma contribuirà ad allontanare per poco qualche paura e a misurarsi con il dolore portato dietro il ruolo e la maschera che la vita consegna e tutti noi accettiamo.



Bellissima tenuta registica, non un fotogramma di troppo nè uno di più, non una battuta di troppo ne una di più, struggenti fotografie di un deserto dove neanche la disperazione si ferma ad infliggere la sua pena.

Se uno dovesse dipingere uno stato d'animo con la musica non potrebbe trovare migliore momento della scena in cui il vice direttore coglie la conclusione esistenziale della Sua Sinfonia e il Generale riabbraccia per pochi secondi un figlio sull'onda della passione per Chet Baker, musictsa tra l'altro morto suicida.

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