venerdì 29 agosto 2008

Perchè Lucio Battisti si ritirò dalle scene?

Nel presentare l'ennesimo volume sul musicista di cui ahimè ricorre tra qualche giorno il decimo anniversario della morte avvenuta nel settembre del 1998, un giornalista intervistato su Radio Uno nel pomeriggio di oggi 29 agosto sosteneva una verità riguardo al suo ritiro dalle scene di Battisti.

Una verità che essendo semplice e ovvia non può soddisfare la sete di dietrologia che pervade da sempre lo spirito gossipparo del giornalismo musicale. Forse non solo italiano.

Cioè che Lucio Battisti era e si considerava solo (solo?) e soprattutto un musicista nel senso di un compositore, svincolato dalla dimensione di performer.

Battisti non ha mai avuto un'immagine nel senso moderno del termine, mentre la sua urgenza esistenziale chiedeva spazio e dignità per la creatività dell'Artista.

Mi sembra una giustificazione plausibile, tenendo conto anche delle evoluzioni che il suo percorso artistico ha avuto, dalla conclusione del sodalizio con Mogol ai tentativi anarcoido/sperimentali con l'elettronica di "E già" fino alla collaborazione con Pasquale Panella, che fino almeno alla "Sposa Occidentale" del 1988 ha rivelato, a mio giudizio, un tipo di provocazione espressiva degna del principio che ha sempre ispirato la sua unica vena artistica.

Ovvero una natura irridente che arredendosi all'inevitabilita di un talento di straordinaria portata immaginativa dominava sul mondo circostante forte della propria necessità ed inevitabilità.

In questo credo che il suo carattere "burino" gli abbia dato una mano decisiva.

Per fare un esempio "E già" uscì in piena era Depeche Mode che facevano un uso assolutamente innovativo degli organici strumentali eletronici.

Se si ascolta "E già" senza pregiudizi non si non notare come Battisti avesse preso le distanze dall'estetica techno-pop inglese, da quella delle produzioni dance e fosse riuscito a rendere questi strumenti, metronimici per loro natura, colmi di apparenti casualità, slabbrature, inserti poliritmici funk messi una volta in un punto e mai più ripetuti.

In Italia, a livello di establishment del pop da classifica un approccio simile lo provarono i Matia bazar di "Tango" con la produzione di Roberto Colombo e poi lo ha indagato con maestria Franco Battiato.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.