
Una verità che essendo semplice e ovvia non può soddisfare la sete di dietrologia che pervade da sempre lo spirito gossipparo del giornalismo musicale. Forse non solo italiano.
Cioè che Lucio Battisti era e si considerava solo (solo?) e soprattutto un musicista nel senso di un compositore, svincolato dalla dimensione di performer.
Battisti non ha mai avuto un'immagine nel senso moderno del termine, mentre la sua urgenza esistenziale chiedeva spazio e dignità per la creatività dell'Artista.


Ovvero una natura irridente che arredendosi all'inevitabilita di un talento di straordinaria portata immaginativa dominava sul mondo circostante forte della propria necessità ed inevitabilità.
In questo credo che il suo carattere "burino" gli abbia dato una mano decisiva.
Se si ascolta "E già" senza pregiudizi non si non notare come Battisti avesse preso le distanze dall'estetica techno-pop inglese, da quella delle produzioni dance e fosse riuscito a rendere questi strumenti, metronimici per loro natura, colmi di apparenti casualità, slabbrature, inserti poliritmici funk messi una volta in un punto e mai più ripetuti.

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