sabato 27 settembre 2008

Le piroette del Cantautore

Negli anni settanta molti musicisti etichettati con l'appellativo tutto italiano di "cantautori" hanno tentato in vario modo di prendere le distanze dal fenomeno, diciamocelo di matrice ideologico/politico, per coglierne i vizi, le fissazioni, le ipocrisie e i privilegi di cui godevano al pari di ogni altro artista.

Mi ricordo che a sparare su questo strano animale furono tra gli altri, sebbene con prospettive diverse, Roberto Vecchioni
Edoardo Bennato, Antonello Venditti e anche un musicista che uscì ai tempi di Mister Fantasy di Massarini e che cantava una cosa tipo "Amore, amore non ti mettere con i cantautori che poi ti mettono nelle canzoni".

Insomma nel breve volgere di una stagione - quella di trentacinque anni fa - distratta dalle sue partiture socio/economniche dalle tinte per lo più fosche, concitate e tenebrose, anche la sperimentazione critica in formato autoreferenziale dello scrittore in musica, tormentato e di centro sinistra, avrebbe arrecato noia a "questo strano genere di bambina" come lo additava De Gregori.

Ora si sa che i temoi mutano, e così la salute fisica e finanziaria di ciascuno di noi soggetto alle intemperie di questa irragionevole natura delle cose così divisa tra Poteri e logiche revisioniste.

Tipo che se dici "affitta camere" scatta il sospetto di una sordida relazione clandestina da consumare sotto il cielo in una stanza, mentre se dici "bed & breakfast" o meglio B&B fai vacanze intelligenti.

E molto si potrebbe dire sulla metamorfosi semantica del lessico quotidiano, compreso appunto l'uso dell'aggettivo "intelligente".

Ma è anche vero che. a fronte della spinta revisionista, nulla vieta di mantenere un'ottica di sana e determinata resistenza dinanzi all'insistente oppressione dell'ondata del Nulla.

Purtroppo si va allargando sempre più il divario tra i vecchi e i nuovi poveri, tra i flussi di schiavitù globale e l'affermazione di questa Assenza di Massa, senza opinioni condivise, senza il sostegno di una intellighenzia in grado di risvegliarne la Coscienza, di spaventarli, di suggerire loro l'abbandono del narcotico tecnologico che li sorregge.

In questo mare di democrazia individualista, di assordante silenzio da ultrà calcistici, il Cantautore riappare illuminato probabilmente dal bisogno di fare quadrare qualche investimento sbagliato - effetto Lehman ? - e in nome della de ideologizzazione presta il suo servizio di fonatore di pensiero in musica al Cliente che di di volta in volta paga di più.

Senza tema delle sigle che qualificano quest'ultimo agli occhi del Pubblico.

Delle miserie umane del cantautore vorrei essere francamente esentato,  ma mi spaventa l'effetto sociale del gesto che legittima non opportunamente contrastato da un dibattito pubblico l'idea del livellamento, dell'omologazione al basso, allo sguardo verso il basso, ma con il pensiero rivolto al sol dell'avvenire.

Ieri un collega ricordava con spavento l'idea che il Craxismo potesse durare per decenni.

Ma i decenni precedenti hanno reso questa Italia veramente più libera e consapevole?

A proposito avete capito di quale episodio in particolare mi sono occupato in questo post? E chi è l'imbecille di turno? Se sì mandatemi commenti in merito. Bai

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