sabato 30 gennaio 2010

"L'isola che c'è - modi e luoghi del "fare cultura" flegreo" 1° tour

La vasta e rigogliosa area dei Campi Flegrei è meta di visitatori attratti dalle testimonianze del suo passato e di avventori che si riversano nei ristopubwinebaramericanbarlivemusic sulla sinuosa costa che va dal litorale puteolano fino a Miseno.

Non c'è stagione, né fine settimana e non esiste occasione per non assistere al formarsi di un'anaconda di vetture che intasano le arterie stradali tra la punta di Epitaffio e Baia, il percorso verso Cappella > Monte di Procida > Fusaro > Cuma oppure verso Miseno, dove trovare un parcheggio dopo le 22:30 è più difficile che vincere alla lotteria.

Questo grande afflusso di giovani e meno giovani, proveniente dal napoletano ma anche dai paesi del flegreo, è una miniera d'oro per tutti quei posti dove lo svago, l'eccitazione, il divertimento o il più ovvio appuntamento settimanale con l' “Uscire di casa” è fonte di guadagno.         
Un panino alla piastra, un boccale di birra o anche un alcolico con uno stuzzichino da gustare tra una battuta con l'amico e uno sguardo rapito alla fidanzata sembrano essere il costume più diffuso e ricercato tra gli ospiti dei locali della zona.
Il tutto condito in una salsa sonora masticabile e da tenere in sottofondo. Se possibile a volumi contenuti per consentire il più ampio cazzeggio, come si suol dire in gergo.

Bene. Ma che tipo di offerta alternativa trovano, in zona, tutte quelle persone alla ricerca di musica dal vivo o più in generale di espressioni artistiche dove l'esibizione è l'attrattiva chiave e la consumazione un servizio a corredo?

Nella inedita veste da critico del club o dell'associazione o del wine bar, mi sono mosso nell'area flegrea per capirne di più, offrendo a voi lettori un'interpretazione sintetica dei pro e dei contro dei posti dove mi sono recato nelle settimane passate.

Il due gennaio sono stato al Duel Beat, ad Agnano, Via Antianana, 2 per ascoltare due gruppi emergenti all'interno della rassegna “ISabato@Duel:Beat”. Il Duel Beat ha due sale: la uno adibita a discoteca, la tre a live club. Quest'ultima doveva essere un'autorimessa o un ambiente simile, attrezzato ora con un palcoscenico in fondo alla sala, un bar e un'ampia area dove si affolla dalle 23:30 in poi un pubblico giovane dell'età media superiore di poco ai vent'anni.
Duel Beat ha offerto nel corso degli anni, distinguendosi come unica realtà della zona, un palcoscenico agli indipendenti (italiani e stranieri), ai DJ set e alle performance di arte visiva.
Il concerto del due gennaio ha accusato qualche problema organizzativo, seppur affrontato con tempestività per le date successive, che ha tradito, a parer mio, una caduta di stile rispetto alle premesse dell'iniziativa facendo prevalere, ai miei occhi di avventore critico, la ressa da consumo al bar sul rispetto per la comunicazione artistica.

Poche settimane prima, il diciannove dicembre, ero stato ospite di un'associazione culturale Apotheca Art Port sita in via Solfatara, 131 non molto distante dal Duel Beat. Il fondatore è un medico puteolano, Nicola Fasano che ha scommesso sul suo amore per le arti ospitando iniziative artistiche di tipo pittorico/grafico e anche musicale.
Nicola Fasano ha adibito un locale di sua proprietà a sede dell'associazione dove, oltre ai quadri esposti alle pareti, trovano spazio un piccolo palcoscenico e un folto gruppo di sedie dove i partecipanti alla serata possono ascoltare l'esibizione dell'Artista e al termine gustare un piccolo rinfresco offerto dalla casa.
I limiti dell'operazione possono essere le ridotte dimensioni del luogo e, con il lungo andare, la difficoltà ad agganciarsi ad un booking qualitativo, che superi gli ottimi contatti stabiliti negli anni tra il fondatore, i musicisti coinvolti e i collaboratori - nuovi e di vecchia data -, richiamati dall'operazione.

Proseguendo lungo il percorso di questo primo itinerario, venerdì otto gennaio mi sono fermato quindi al Caffè Blamangieri, sito in via Monte Nuovo L.P. 77/C ad Arco Felice per ascoltare la cantante Stella Brignola. Stella assieme a due valenti musicisti jazz ha animato una serata che vorrebbe essere la prima di una serie di concerti ai quali i titolari del bar vorrebbero dare spazio per ampliare la loro offerta. Il caffè è un bar dall'allestimento neoclassico, con una grande sala centrale, il bancone espositivo e il bar sulla sinistra, di fronte la cassa e in fondo un'area perimetrata da un separé. Accanto, sulla sinistra una saletta interna non molto grande.
La serata si è tenuta sistemando i tre musicisti sul lato più stretto della stanza a  ridosso degli avventori seduti ai loro tavolini.
Lode all'iniziativa senz'altro, ma al bando la gestione dell'evento! E anche le pessime abitudini di parte del pubblico presente! Lo ribadisco per la terza volta: quando un Artista sta suonando o recitando, dovrebbero essere interrotti il via vai dei camerieri dai tavoli, il chiacchiericcio dei commensali. Dovrebbero essere abbassate le luci per favorire la concentrazione e, se possibile, gli Artisti vanno presentati, chiedendo il silenzio per una mezz'ora, non di più. Ci vuole tanto? Un augurio per un'organizzazione più efficiente a favore del pubblico e dei musicisti .

Voi potreste pensare che questi pessimi comportamenti riguardino i generi musicali, chiamiamoli, più sofisticati,tipo il jazz, il folk, il cantautorato, la musica da camera.
NO !!!

L'ultima tappa di questo mio primo excursus l'ho compiuta sabato nove gennaio quando sono andato a sentire un gruppo di rock/blues – i Without Shame – all'Enjoy, un wine bar risto pub situato nel piazzale della fermata della Cumana a Torregaveta, nei pressi di Bacoli.
Il locale è accogliente, arredato con un gusto convenzionale, tavolini e sedie sistemati ad occupare l'intera superficie del posto, un grande bancone bar al centro della sala e in fondo un palco dove si esibiscono i gruppi. L'acustica era pessima e inoltre il tipo di clientela che era entrata per un'ora di svago, probabilmente avrebbe apprezzato di più un buon piano bar con canzoni a dedica piuttosto che il fragore di un repertorio energetico e prepotente sì, ma troppo lontano dal gusto dei presenti.

Provo a tirare le somme di questa prima visita che ricordiamo ha toccato le seguenti località dei Campi Flegrei: Agnano, Pozzuoli, Arco Felice e Bacoli/Torregaveta.

Fatta un'eccezione, l'offerta musicale sembra essere una fonte di attrazione che i gestori dei locali pilotano assimilandola ovvero avvilendola alle mere necessità del consumo da bar.
Il pubblico locale stesso, qualunque sia l'età, la disponibilità culturale ed economica, sembra non apprezzare una gestione indirizzata unicamente sulla comunicazione artistica, . Bisogna prima cenare e poi, a sensi storditi, può avere inizio il gioco dei musicanti.

Ma è solo l'inizio........ giusto? E poi, tutto sommato, è stata una buona partenza. Alla prossima con altri luoghi dell'Isola che c'è.

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