giovedì 18 settembre 2008

Scalfari, Veltroni e la memoria popolare rimasta senza voce

In genere ritaglio o catalogo da giornali e dal web tutto ciò che mi colpisce in attesa di riprocessarlo  a distanza di qualche tempo per il gusto di itrovarmi a scriverne o parlarne.

Questo piccolo dibattito agostano intessuto tra Eugenio Scalfari che l'ha tenuto a battesimo e poi ripreso da Walter Veltroni sull'onda anche del lanciodella Banca delle Memoria voleva segnalare le ipotesi del senso di disorientamento che si avverte a livello politico, ma più in generale sul piano della condizione di apatia che colpisce l'opinione pubblica italiana.

Scalfari riprendeva l'allarme lanciato dal regista Moretti che al Festival di Locarno aveva lamentato lo stato di abulia dell'opinione pubblica dimenticata dall'opposizione e digerita dai sistemi mediatici di Berlusconi, i suoi valori (Valori?) che hanno devastato il modo di pensare degli italiani.

La considerazione che allarmava Scalfari e preoccupa paradossalmene anche me è che anche nelle dittature l'opinione pubblica è ambita anzi cercata, benchè in una forma coercitiva.

Da noi invece prevale l'idiozia dell'eterba felicità, della festa continua, basta che non si pianga dinanzi al re, mentre la Patria viene mandata a carte 48.

Poi Veltroni ha ripreso l'argomeno citando l'iniziativa della Banca della Memoria, un sito che è stato inaugurato quest'estate e ospita video in pochi minuti raccontano episodi del nostro passato italiano dala viva voce degli anziani che li hanno vissuti.

Orwell lo aveva previsto con il buon senso di chi sapeva dal proprio passato che un popolo privato delle fonti è un rigagnolo secco senza presente che non consegna nulla ai propri figli.

Un popolo di tal fatta è soggiogato alla furbizia del primo malfattore che se lo incarta, portandoselo in qualsiasi Hamelin o paese dei Balocchi.

Il problema morale si pone forte agli occhi di moderati di centro sinistra, cattolici, liberali e tuti gli uomini e le donne che al di là degli steccati ideologici si vogliono rimboccare le maniche per cacciare il nuovo insidioso invasore.

Questo è il collegamento ad un filmato dalla Banca della Memoria in cui la signora Isabella legge una deliziosa filastrocca in pugliese di quando era piccola.

1 commento:

  1. ci fa estremamente piacere ritrovare nelle pagine del web qualcuno che come noi crede ciecamente nell'importanza del passato e della necessità di conoscerlo.
    un popolo senza memoria non solo non vale molto, ma soprattutto corre il rischio di commettere errori già commessi dalle generazioni precedenti.
    noi di Banca della Memoria non possiamo certo pretendere di poter cambiare la situazione: dal nostro piccolo cerchiamo solo di fare il possibile e di rendere il giusto e meritato valore ai ricordi e alle esperienze di chi ha vissuto un perido storico tanto importante e tanto difficile come quello del XX secolo.

    grazie di cuore per aver parlato del nostro progetto.
    spero avrai la voglia di continuare a seguirci: la nostra banca diviene ogni giorno più ricca e affascinante!

    grazie
    redazione banca della memoria

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