I cd che la Compagni Musicale di Paolo Di Sarcina aveva pubblicato per la Polosud “Kammermuzak” e “Veleno” rispettivamente nel 1996 e nel 2002 non mi avevano particolarmente colpito.
Sì certo, si coglieva appieno lo spirito eclettico del compositore, la sua ironica curiosità, il suo essere e mantenersi aperto alla diversità e alla differenza in termini sia di generi che di materia sonora.
Ma tutti e due i cd erano pervasi di una malinconia blues che un intero ascolto di oltre 50’ e passa non riuscivano ad elevare al di là delle nobili dichiarazioni degli incipit.
Non ho avuto purtroppo il piacere di potere vedere, nel corso delle mie frequentazioni degli studi di Ninni Pascale, questa bella persona negli occhi, ma l’ascolto di questa straordinario lavoro musicale “No more rainy days” mi ha permesso di cogliere almeno parte dell’impressionante energia umana che Di Sarcina è riuscito a trasferire agli amici musicisti che lo hanno cantato e suonato nel cd.
Innanzitutto voglio appunto sottolineare che se questo processo di comunicazione musicale è giunto a me con tanto impeto e senza apparenti “disturbi sul canale” significa che la vita di quest’uomo non solo non è stata affatto vana, ma un privilegio per chi lo ha potuto avvicinare.
Dovete comprare questo cd perché sono tot minuti di un’iper compagnia musicale, eterogenea per estrazione eformazione, che tirato un palco nel deserto dei cuori solitari, come la banda del Sergente Pepe, spazza le nuvole dal cielo e trasforma l’incredulità per la morte dell’amico in una festa coloratissima, piena di dinamiche emotive e di eccezionale freschezza espressiva.
L’antologia, ma il termine è estremamente riduttivo, permette di apprezzare, riascoltare o di conoscere per i più distratti i nomi più apprezzati tra gli artisti e tra gli organici musicali dell’area napoletana degli ultimi vent’anni: Marco Zurzolo, Maria Pia De Vito, Daniele Sepe, AndreaSbanda, Walhalla, Enzo Nini per nominarne solo alcuni.
Ciascuno di loro ha interpretato secondo la propria sensibilità una delle tante composizioni di Di Sarcina, traendole da registrazioni dal vivo, dai lavori di studio o da opere teatrali.
Ma tutti sono saliti sulla Woodstock postuma di un artista che, ripeto e a mio giudizio, mai come prima riesce a prendere le distanze dai propri blues per confermarsi un grande autore.
Ascoltate la presentazione del cd.
Tra i brani che sono entrati nella mia playlist personale voglio citare “L’Amoureuse” che Marco Zurzolo e Luca Toller hanno rielaborato per la compilation. Un valzer lento per archi e sassofono sentito, forse, dagli interpreti come il commento musicale ai titoli di coda su un incrocio rubato di caviglie e scarpe lucide separate solo dall’assolo di Zurzolo, molto breckeriano. “Dinamo” cantata da 666 & Capone, uno ska elettro-pop che ricorda gli esperimenti mid ’80 di Roberto Colombo seguito dalle improvvisazioni vocali rarefatte di Maria Pia De Vito per “Icaro”. Dummy sorrow è invece un british calypso risalente al 1986 scritto in inglese ed eseguito da un organico, i Queeny, il nome di una delle tante reincarnazioni della Plastic Ono Band nostrana che ruota intorno ad un cenacolo di musicisti tra i quali ritroviamo ad esempio Andrea Campese dell’AndreaSbanda.
Conseguenze narrative disilluse, passaggi di scena repentini, emozioni dentro al vicolo e festa di quartiere, grandi cori, bande e un pizzico di british pop.
Insomma, il nuovo straordinario album, mi raccomando da ascoltare ad alto volume, di un artista che si è ritirato un po’ troppo presto. Buon ascolto.
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