domenica 7 giugno 2009

Dente – “L’amore non è bello”

Della serie “Niente si crea e bla bla bla”, sgombriamo subito il campo da ogni tentennamento o mediazione di comodo.

Qui non abbiamo niente di trascendentale da recensire o un nuovo eroe per sostituire Modugno nel panorama del futuro, che tra l’altro brilla di luce propria.

Voglio parlarvi di Dente, un artista che non si taglia le vene, non allunga (per ora) il brodo delle sue composizioni con false tendenze esterofile, canta in italiano, un bell’italiano, arguto e poetico, e ha anche la faccia di un bravo ragazzo con un largo ciuffo che dondolando al suono dell’acustica irrita o all’uopo colora le sue performance dal vivo.

E’ del ’76, nasce a Fidenza e il suo vero nome è Giuseppe Peveri, Ok, il resto dei dati anagrafici ve li andate a cercare da soli sul web.
Il suo esordio artistico avviene nel 2006, ma è dell’anno successivo la pubblicazione dell’album “Non c’è due senza te”, la prova che lo espone agli “entusiasmi della critica e del pubblico”

L’amore non è bello” di Dente è il suo ultimo cd e nello stesso tempo il primo per l’etichetta Ghost Records di Varese, un album godibile perché ben suonato, sufficientemente ammiccante nella sua orecchiabilità da essere al tempo stesso radiofonico e oggetto di ascolti ben meno distratti, addirittura colti.

Intelligente nell’accezione del rispetto delle fonti che possono averlo ispirato a livello musicale – gli echi delle trasformazioni compiute, da uno come Lucio Battisti ad esempio, all’ R’n’B, al soul, al funky, al prog italiano – mentre per i testi ve lo dirò la prima volta che lo incontro :). Diciamo che domina il gusto per i giochi di parole, il prendere tempo e distanza dal logorio dell’enfasi emotiva, dei tormenti d’Amore e dei luoghi comuni in cui s’intrappolano le relazioni.

Qualche esempio? Prendete il titolo del lavoro – L’amore non è bello - che funziona come un presunto paradosso o il ritornello di A me piace lei “A me piace lei/e lei piace a me” una tautologia sintattica che forse ha il solo divertito scopo di sorridere di e con. Ammesso che abbia uno scopo.



Il cd si poggia su un organico essenziale – batteria, chitarra acustica ed elettrica, basso e tastiere – suonato dal vivo in studio, a cui è stata aggiunta la presenza qui & là di un paio di trombe e il raddoppio della voce di Dente.

Trovo superfluo perorare la causa di questa o quella canzone perché l’album merita un ascolto in toto, consigliandolo ad amici e parenti e anche ai programmisti radiofonici dei network nazionali per vedere se è vero – ma non è così – che è il mercato cioè gli ascoltatori ad indirizzare la definizione della playlist.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.