mercoledì 23 settembre 2009

Applausi finti dall'altoparlante

Ho ricevuto via ail questo scritto tratto, suppongo, dal blog della giovane aquilana intitolato "Miss Kappa"

Anna Pacifica Colasacco nota come Miss Kappa è arrivata a pochi metri da
Berlusconi durante lo show di Onna.

Ecco la sua testimonianza.



L’arrivo del presidente era previsto ad Onna per le 15,30.
Alle 14 ero già lì. Decisa ad entrare fra e con i cittadini.
Cittadini pochissimi, spiegamento enorme di forze dell’ordine e protezione
civile e croce rossa e dame di carità e misericordia e tantissimi
giornalisti. Entro senza problemi.

Una curva, si apre davanti a me lo scenario delle casette mobili.

Villaggetto colorato, fiori alle finestre. Il prato solo davanti ad
una casa, quella che servirà per il set. Le altre hanno terra battuta
coperta di paglia. Mi avvicino, apro una porta e varco l’uscio. Vedo
un’abitazione che mi fa pensare ad una roulotte, ma decorosa e
vivibilissima.

Mi guardo intorno in cerca di cittadini. Nulla.

I comitati avevano preparato degli striscioni e stavano arrivando alle
14,30, come da appuntamento. Decido di tornare all’ingresso del paese,
dove si era stabilito di incontrarci. Appena arrivano i ragazzi del 3e32
la polizia si fa avanti. L’ordine è quello di non farli
passare. E li bloccano. Io sono dall’altra parte. Dentro.

Auto blu, sirene. Arriva Bruno Vespa. A seguire, il presidente.
Mai avevo visto Berlusconi dal vivo. Fa impressione: una statua di
madame Tussauds è molto più espressiva e mobile. Suda. Entra
nell’unica casina col prato davanti. Mi rendo conto di essere
invisibile. Ma voglio parlargli.

Aggiro la casetta per raggiungere un’altra entrata. Improvvisamente un
gruppo di signore, mai viste alle riunioni dei comitati, srotola uno
lenzuolo, debitamente conservato in borsa. A seguire un altro.

Il presidente esce dalla casina ed urlo con tutta la voce che ho, lui
è lì a due passi, “presidente, venga a parlare con i cittadini”,
”presidente venga a sentire le nostre istanze”.
Subito un nugolo di poliziotti mi oscura, ma ora urlano anche le
altre, “presidente, esistiamo anche noi, non solo i cittadini di Onna,
questo non è un teatro, 5.000 sfollati chiedono di rimanere sulla
propria terra”. Lui suda e si allontana verso l’asilo.

Sento degli applausi, voglio vedere chi applaude, se è Aquilano.
Cerco mani che battono e non le trovo. Ma gli applausi ci sono, escono
da un altoparlante. Come in una sit com.
Il nostro decide di abbreviare la cerimonia e, sotto i fischi, si
allontana. La festa è finita.


Update:

Berlusconi da Vespa alle 21,37: «Non sono casette di legno,
sono vere e proprie ville in cui piacerebbe anche a noi abitare».
Certo, far scambio con Villa Certosa.

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