In poche ore – le stesse ore – alcuni fatti si sono succeduti a Roma. Gli operai dell’Alcoa hanno attraversato in corteo la città per salvare il posto di lavoro. Sono stati caricati dalla polizia come ai vecchi tempi. Curioso che unministrodegliInternichegiurasullaPadania, forzi la polizia di “Roma ladrona” a una strategia centralista, che non ammette il minimo sgarro. Nelle stesse ore ingegneri, tecnici e dipendenti di Eutelia, già Olivetti, uno dei più sofisticati centri di attività informatica (dalla progettazione alla gestione) in Europa, stavano andando sotto le finestre di Palazzo Chigi per denunciare l’immensa truffa di cui migliaia di lavoratori sono stati vittime: buone aziende vengono ridotte a scatole vuote forzando il personale ad andarsene. Ma se te ne vai perdi ogni diritto. Se resti lavori gratis.
È stata una manifestazione lunga, un’assemblea intelligente, fino a notte sotto Palazzo Chigi, i lavoratori seduti intorno a Di Pietro, mentre fra le fila dell’evento improvvisato potevi incontrare Rosy Bindi, Cesare Damiano, Giovanni Bachelet , due o tre altri deputati. Quello stesso giorno e quella stessa notte i ricercatori dell’Ispra, giovani donne e giovani uomini a livello del dottorato di ricerca, che lavorano – o meglio lavoravano – all’Ispra, l’Istituto per la ricerca, lo studio e la salvaguardia dell’ambiente, sono rimasti sul tetto del loro posto di lavoro. È raro un simile movimento di protesta da parte di scienziati. È ancora più raro che il ministro competente, la fiera signora Prestigiacomo, abbia fatto sapere ai giovani ricercatori accampati sul tetto: “Ho bisogno di una settimana per pensarci”. Una settimana di notti sul tetto perché il ministro possa decidere chi licenziare.
È a questo punto che il primo ministro annuncia, su tutte le agenzie e a tutti i telefonini, all’Italia e al mondo: “Siamo sull’orlo della guerra civile”. La frase appare subito o troppo grave o troppo folle. Le sacrosante manifestazioni in difesa del lavoro non portano alla guerra civile. Semmai a un paese più civile. Ma di quelle lotte Berlusconi non sa nulla. Sa, esclusivamente, dei suoi processi. Infatti la frase completa è: “I pm ci portano sull’orlo della guerra civile”. Che vuol dire: “Al diavolo l’Italia. Tutto è meglio dei miei processi”. Ieri Berlusconi ha annunciato l’inizio della sua fine anche a coloro che credono (credevano) ancora in lui.
sabato 28 novembre 2009
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